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03
Ven, Mag

Lara Vinca Masini, l'ombra del mare

Maria Cristina Antonini ha sempre lavorato sull'astrazione pura, sull' analisi del colore, che rappresenta, per lei, il mezzo per organizzare lo spazio della sua pittura, che va dall'opera di grande dimensione al piccolissimo quadrato di cartoncino Arches, con brevi tratti di colore, che sembrano il tocco lieve di un dito, una sorta di impronta digitale che è anche l'impronta "visibile" di una sensibilità sottile, sempre sull'orlo di un crollo, ma anche, sempre, pronta a cogliere l'improvviso insorgere di una speranza nuova. Con questi piccoli dipinti Cristina realizza piccole serie, che significano alfabeti, calendari, ritratti… e che sono il suo modo di comunicare con gli altri, di esprimere amicizia, affetto, partecipazione, il suo modo di far sentire agli altri che è là, pronta ad ascoltare, ad aiutare, a partecipare.
I nuovi quadri, che Maria Cristina Antonini presenta in questa mostra, sembrano voler riprendere, con una sorta di colto e raffinato citazionismo, i modi di quella che, negli anni Sessanta, si definiva "pittura cromatica astratta", pittura "color field" (campo di colore), o anche "Post Painterly Abstraction" e "Monocrome Malarei", che si riportava, a sua volta, a Rothko, Louis, Newman, Reinhard, e proseguiva, poi, in quella che si poneva, negli anni Settanta, come "Pittura pittura", "Riflessione sulla pittura". I nomi erano quelli di Geiger, Girke, Leverett…Era questo il momento nel quale la pittura si dava come corrispettivo della Conceptual Art.


E, a ben guardare, tutto questo c'è nella pittura di Cristina. Ma è sempre come filtrato attraverso la sua sensibilità sottile, fatta di poesia, di rimandi culturali e, anche, letterari che sembrano voler trasferire il rumore delle onde ("Le onde si ruppero a riva"), quello del silenzio ("Le tue palpebre si chiudono sul loro sogno", "Palpiti"), delle nuvole, dei ricordi ("Custodire la nostalgia"), invece che in poesia "verbale" come in quella (d'altronde amatissima da Cristina) di Virginia Woolf, in poesia "dipinta". E se si osservano bene questi lavori, si vede che questa pittura/poesia è fatta di passaggi sottili, di vibrazioni, di variazioni quasi infinitesimali di colore (il suo colore va dal grigio a lievi, morbidissimi tratti di azzurro, di rosa tenue, ad un color tortora che si ispessisce in un dorato).
Maria Cristina Antonini usa la velina giapponese incollata su tela o carta, e vi interviene con acquerelli, ora in velature lievi, ora in stesure più dense, che provocano, durante lo scorrimento, come degli strappi dagli orli bruciati ( e vien da ricordare le bruciature delle plastiche di Burri), e, in basso, provocano ispessimenti e densità, come nei grandi lavori di Morris Louis, il colore si addensa sul fondo, lungo le piegature della tela. Ma il quadro di Maria Cristina Antonini non è mai monocromo: è diviso in sezioni, corrispondenti ai riquadri di velina incollati, sotto il colore, spesso sottolineati da un breve tratto bianco, libero dal colore, e che creano, all'interno, un discorso musicale, con variazioni, accordi, riprese.
Perché per lei la pittura è anche narrazione, narrazione di vita interiore: si vedano, ad esempio, i quadri che essa definisce "Ritratti". In quelli essa interpreta i suoi soggetti attraverso il colore, a mezzo del quale li legge, e i suoi lavori si concretizzano in racconti colorati fatti di attese, di sogni, di speranze, di delusioni…E' come se il suo sguardo pittorico sfavasse all'interno della psiche, a cogliere la fluttuazione del pensiero, delle sensazioni, e le traducesse in lievi stesure di colore.

Forse ho trattato troppo i lavoro di Cristina dal punto di vista psicologico. C'è anche, in realtà, nel suo lavoro, una progettazione severa, lucida (in ogni operazione artistica, per quanto gestuale e libera possa essere, esiste sempre una progettualità di base, una trama di partenza), che lascia libertà allo scorrimento del colore nella misura in cui la volontà creativa lo permette.
Il suo quadro non consiste mai, in realtà, in una stesura uniforme, ma si presenta come una superficie mossa, articolata, ricca di "eventi", secondo una complessa strutturazione dinamica.
Perché anche la formazione tecnica e teorica è, per Maria Cristina Antonini, un fattore di altissimo rilievo.

Laureata in lettere e diplomata all'Accademia di belle Arti, fino a qualche tempo fa ha insegnato lettere; da qualche anno insegna pittura all' Accademia di Belle Arti di Palermo: E lo fa, com'è suo costume per ogni attività cui si dedica, con estremo rigore e con grande dedizione, riuscendo a non confondere la propria impostazione pittorica con la sua didattica, che è teorica, tecnica, culturale, e lascia agli studenti (come dimostra una interessante mostra "con fine" nel giugno 2000, a Palermo, a palazzo Molinelli, sul lavoro, appunto, degli allievi), una estrema libertà di espressione.
Ho visto soltanto il depliant, ma mi sono bastate le immagini dei lavori (così vari e divaricati) e i temi che li sottintendono (con fine-linea-contorno-passaggio-limite-terra-di nessuno-soglia-bilico-appartenenza-estraneità-separazione-avvicinamento-confinato-confinare-infinito-confine-come spazio di dialogo) per rendermi conto dell'apporto che un tipo di insegnamento nutrito di un pensiero così aperto verso i problemi del nostro momento culturale può rappresentare per i giovani.

lara vinca masini, l'ombra del mare, casina pompeiana, napoli, catalogo, 2001

ANTOLOGIA DELLA CRITICA:

 

GABRIELE SIMONGINI

La giovane avventura di uno spirito ordinatore

Vivacità immaginativa, coscienza storica, cortocircuito ironico, sapienza artigianale e rigore teorico, sono i cinque capisaldi dell’attività creativa di Sabina Alessi, giovane vestale di un’arte chiara ed essenziale, positiva e densa di energia poetica. Il suo già notevole percorso operativo si ricollega a quell’imperituro e lucido spirito ordinatore che, sia pur tra innumerevoli varianti, ha unito, tra gli altri, Seurat, Braque (“La regola che corregge l’emozione”), Malevic, Mondrian, Alberts, Van Doesburg, Max Bill (“Il fine dell’arte è di creare un tipo di verità elementare, non variabile”). In questo senso è stato fondamentale l’apprendistato svolto da Sabina a fianco di Antonio Passa, uno dei più rigorosi e fervidi artisti italiani di questi ultimi trent’anni, infaticabile demiurgo capace di creare, con immaginosa pazienza, veri e propri trasmettitori d’energia spirituale. Sabina Alessi ha compreso, fin dagli inizi della sua attività creativa, la necessità di salvaguardare la totalità del “corpo” dell’arte, senza separare teoria e prassi, manualità artigianale e volontà comunicativa. Il quadro è per lei, innanzi tutto, un “oggetto” nato dall’applicazione di una tecnica e di un patrimonio di conoscenze, è un nucleo plastico che unifica su uno stesso livello tela, telaio e colore, tanto da ispirare nell’osservatore il desiderio di toccarlo e soppesarlo per il piacere del contatto fisico e non soltanto visivo o contemplativo. E poiché la pittura è un linguaggio, Sabina Alessi ha saputo appropriarsi delle regole essenziali di una grammatica fondata sulla modulazione di forme elementari (quadrati, rettangoli, triangoli) in relazione dialettica con la variabile cromatica. Così gli spostamenti di “figure” geometriche dal loro asse “consueto” generano mutamenti nella sostanza dei colori, quasi tramite un gioco inizialmente ragionato che conduce poi verso evocazioni di inedite dimensioni. Lo spiazzamento ironico di equilibri apparentemente prestabiliti è dato, ad esempio, dall’invenzione sorprendente di uno spazio che prende avvio da una parte e termina dall’altra, la quale poi viene ad identificarsi con quella di partenza. Moduli numerici e matematici costituiscono, spesso, la base costruttiva delle opere di Sabina Alessi, caratterizzate da un ordine ritmico e dinamico che nasce da un minimo sommovimento compositivo, come un soffio leggero capace di scompaginare un delicato “castello di carte”. E poiché la nostra artista sa che la tecnica stimola la creatività, i suoi acquerelli rivelano un lirismo più inquieto, per certi versi, con quelle vaporosità di materia che sembrano voler quasi obnubilare i nitidi “cieli” dei suoi quadri. Sabina potrebbe ben condividere la celebre definizione data da Max Bill delle opere d’arte come “oggetti estetici concreti ad uso spirituale attraverso la realizzazione di idee astratte”. Ma c’è, nelle sue opere, tutta la freschezza entusiasta di un’avventura creativa appassionata eppur consapevole del fatto che i veri artisti sono oggi simili a naufraghi aggrappati ad una zattera minacciata da torbidi marosi, in un mondo privo di regole e certezze.

Hanno Scritto:

Mario De Micheli, Giorgio di Genova, Anna Laghi, Luciano Cavallaro, Enzo Santese, Carlo Federico Teodoro, Mirko Pucciarelli, Mariano Apa, Antonella Serafini. Massimo Bertozzi, Enrica Frediani.

Simposi Internazionali di Scultura

1° Simposio Internazionale di Scultura di Carrara.
9° Symposium Internacional de Escultura del Valle de Hecho. Huesca. Spagna.
1° Simposio di Scultura “Nanto-Pietra”. Nanto. Vicenza.
4° Simposio Internazionale di Scultura in Pietra di Fanano. Modena.
Sculpture International Symposium. Otsuki. Giappone.
Simposio Internazionale di Scultura in Legno. Lamamocogno. Modena.
Symposium International de Sculpture. Fontanil Cornillon. Francia.
Simposio Internazionale di Scultura. Teulada.
Simposio Internazionale di Scultura di Trani.
Simposio Internazionale di Scultura di Comiso. Ragusa.
Symposium International de Sculpture. Pouget Rostang. Francia.
Simposio di scultura contemporanea di Collettara di Scoppito. L’Aquila

1983: creatività, l’indiano grafica, firenze; giovani presenze artistiche in toscana, galleria comunale, forte dei marmi /

1984: XXIX biennale nazionale d’arte città di milano, palazzo della permanente, milano; giovani presenze artistiche in toscana, galleria comunale, forte dei marmi; expoart rassegna accademia di belle arti, bari; premio nazionale grancia d’argento, serre di rapolano; san quirico nel passato e nel presente, san quirico d’orcia /

1985: rassegna accademia belle arti, castel dell’ovo, napoli; laboratorio di giovani artisti, palagio di parte guelfa, firenze /

1986: a proposito di giovani, centro arti visive, firenze / 1987: entro dipinta gabbia, palazzo lanfranchi, pisa /

1988: biennale donna-figure dallo sfondo 3, palazzo dei diamanti, ferrara; studi, disegni, progetti, galleria creatività, firenze, galleria port folio, senigallia; art-immagini per una collezione, galleria comunale, copparo, circolo artistico, bologna /

1989: razionale sensibile, teatro di settignano, firenze, portofranco, livorno; un labirinto d’arte a firenze, badia fiesolana, firenze /

1990: 40 x gioco, università di bari /

1991: no apartheid, arci, angri / 1992: donne/arte, giardino dei ciliegi, firenze /

1993: quadrisdrucciola, bahnhof eller, düsseldorf; völkerwanderung, landratsamt starnberg, münchen; due serate per gli amici, casa savoia, napoli /

1994: völkerwanderung, engelsaal, tauberbischofsheim, g.galerie, auerbach, galerie im park, bremen; libri d’artista per dino campana, libreria messaggerie seeber, firenze, teatro studio, scandicci; febbre libraria fra progetto e diletto, porticato della biblioteca salita dei frati, lugano; due serate per gli amici, casa savoia, napoli /

1995: völkerwanderung, galerie altes rathaus, worpswede, bremen /

1996: ospite alla mostra di rendel simonti tal giorno veste bianco et tale obscuro, kunstpavillon, stadt soest /

1998: musica e no, santa maria della scala, siena, palazzo del tè, mantova, biblioteca nazionale, firenze /

1999: il libro d’artista, studio a, firenze /

2000: libri d’artista, biblioteca comunale thouar, firenze; libri d’artista ed altro, evaluna, napoli /

2001: künstlerbücher aus italien und deutschland, bahnhof eller, düsseldorf; l’ombra del mare, casina pompeiana, napoli /

2002: storie di grigi, broadway libreria dello spettacolo, palermo /

2003: preziose carte, museo civico pinacoteca crociati, montepulciano /

2007: quasi pagine, biblioteca san giorgio, pistoia /

2015: III edizione biennale giardino d'arte, villa barberino, meleto, valdarno /

2016: codex. la forma del messaggio, pinacoteca d'arte contemporanea giovanni da gaeta, gaeta, fuori centro, roma /

2017: codex. la forma del messaggio, movimento aperto, napoli

MOSTRE PERSONALI

– Disegni. Palazzo Comunale di Fanano. Modena
– Casa Argentina de Cultura. Roma.
-- Centre Culturel Croix Baragnon, Toulouse. France
– Sculture. Galleria MXM-Arte. Pietrasanta.

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE

2013 - Pubblicazione dell'articolo "La Pietrificazione dei rifiuti"
Titolo originale: "Waste pietrfication", Congreso Paradox
Fine Art European Forum Biennal Conference, Granada
12/13 settembre 2013. Spagna.
Il maestro presenta l'allievo. V edizione 2013. La sua allieva ha vinto il Premio Ugo Guidi e il Premio della Fondazione Henraux ( blocco de marmo).
In occasione de CON-VIVERE ( CARRARA-FESTIVAL),
mostra a Palazzo Binelli: "Paisajesudamericanos". Carrara.
Mostra "Il cibo nel arte - El arte del cibo" Complesso Fieristico Sorbano del Giudici. Lucca. A cura di Siliano Simoncini.

2012 - 50 Jahre Stadtepartnerschaft - CARRARA-INGOLSTADT. Mostra comune de 21 artisti delle città gemellate.
Giugno: Ingolstadt Neues Rathaus, Germania.
Settembre: Museo del marmo, Carrara.
Premio alla carriera artistica 8 marzo. Assessorato alla Cultura. Comune di Carrara.

2010 - Il cielo sopra Torano. Carrara.
Il maestro presenta l'allievo. Villa Undunla. Montignoso.
VI Bienal de Riudebitlles, Obra sobre papel. Spagna.
La terra ha bisogno degli uomini. Reggia di Caserta. Napoli.

2009 - Biennale della Pietra Lavorata. Arezzo.

2008 – MIBAC - Ministero per i beni culturali. Formato 8 marzo -
Scolpire donna Comune di Carrara.
Territorio di contaminazione. Casa Museo Ugo Guidi. Forte dei Marmi.
XIII Biennale di Scultura di Carrara. “Facile da indossare”- Gioielli.
Statuaria Marmi. Carrara
L'anima delle cose. Oggetti d'artista. Galleria MXM-arte. Pietrasanta.

2007 - Arte in movimento. Piccoloblu della Spezia. Campiglia
L’arte delle donne. Antico Convento del Carmine.
Festival della creatività. Fortezza da Basso. Palazzo Lorenese. Firenze.
2006 - Il filo di Arianna. Torano Notte e giorno. Carrara.
Gruppo Versaf. Torano Notte e giorno. Carrara.
Enolia. Fondazione Arkad. Seravezza.

2005 – Le figlie del vasaio. Parco del Magliano.Marina di Massa.
Torano notte e giorno. Carrara.
Immaginariamente Eros. Palazzo del Medico. Carrara
Travel box. Arte in viaggio. Complesso Fieristico Marmi e Macchine.
Marina di Carrara.
L’arte del cuore. Internazionale Marmi e Macchine. Marina di Carrara.