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08
Mer, Mag

D'argenio Loredana

D'argenio Loredana

Loredana D’Argenio originaria della Puglia, giunge a Napoli per i suoi studi in Accademia e con ostinazione li persegue fino a giungere ad essere lei, la titolare della Cattedra di pittura in Accademia. I lavori aniconici, che ha portato sono piccoli e grandi, molto grandi, dai segni ed i colori  molto incisivi: grandi pennellate, forti e volitive, sfide nere e colorate, intense.  

Le sue opere piccole, intorno ai trenta centimetri per trentacinque, si prestano a divenire installazioni così come la pittrice le ha presentate in Galleria. La mostra  è stata curata e presentata da Dario Giuliano (“Una Metonimia Significante”) che analizza la necessità per l’artista di esprimere attraverso forti pennellate, concrete nella loro astrazione, la sua volontà di vivere l’arte con determinazione collocandosi, a mio parere, sulle orme dell’espressionismo astratto del novecento, legato vagamente al surrealismo che non riguarda i gocciolamenti di Pollock sibbene i suoi segni forti e concreti come quelli di molti artisti alla perenne ricerca di sè attorno agli anni quaranta e cinquanta, ad esempio Clyfford Still, Willem de Kooning, Barnett Newman, Robert Motherwell, ed altri fino a Cy Twmbly.  Va altresì detto che le pitture della D’Argenio, aniconiche, riescono tuttavia, nella luce emergente tra i segni metaforici del quadro, ad esprimere  la presenza immanente della natura.